INTRODUZIONE: FINALMENTE UN PIANO D’AZIONE NAZIONALE
Ottobre 2020 segnerà il ventesimo anniversario dall’adozione della Risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su Donne, Pace e Sicurezza (DPS), documento che ha riconosciuto su scala internazionale il gravissimo impatto che hanno i conflitti armati sulla vita di donne e ragazze, sottolineando nello stesso tempo il ruolo critico che le donne continuano a svolgere nei negoziati di pace e negli sforzi di ricostruzione. Nel 2017, la Presidenza libanese del Consiglio dei Ministri ha affidato alla Commissione Nazionale per le Donne Libanesi – l’organismo governativo responsabile della promozione dei diritti delle donne – l’incarico di sviluppare un Piano d’azione nazionale (PAN) per la Risoluzione 1325. Il PAN del Libano, approvato nel settembre 2019, risponde ai quattro pilastri previsti dalla Risoluzione 1325 – prevenzione, protezione, partecipazione, soccorso e ripresa – e sottolinea la crescente partecipazione delle donne nei processi decisionali in diversi ambiti, da quello politico e diplomatico, ai settori della sicurezza e della difesa. In quanto tale, il PAN contestualizza l’Agenda DPS collocando la discussione all’interno del quadro giuridico e politico del Libano e confrontandosi con le persistenti sfide incontrate nella promozione dei diritti delle donne negli spazi politici, legali e socio-culturali del paese.
______
LE SFIDE: LA POLITICA ELITARIA E IL FEMMINISMO DI STATO
Laddove a livello teorico ci si muove verso un crescente riconoscimento da parte dello Stato libanese della necessità di coinvolgere più attivamente le donne nei processi di pace, in pratica il loro impegno formale nelle questioni di pace e sicurezza rimane limitato. La partecipazione delle donne ai processi decisionali va dunque esaminata nel contesto specifico della democrazia consociativa libanese, una forma di governo nella quale il potere esecutivo è condiviso tra le varie confessioni religiose. Questo modello di democrazia, in vigore dalla fine della guerra civile libanese del 1990, pone grande enfasi sulla negoziazione tra le élite: il ruolo dell’ élite politica è visto, infatti, come centrale nella mediazione dei conflitti tra le diverse comunità. L’élite al potere è in gran parte maschile e rappresenta, nel caso libanese, le principali sette religiose del paese. In questo sistema politico di condivisione del potere, l’élite si impegna a preservare il sistema esistente stabilendo un rapporto di clientelismo politico nei confronti dei propri sostenitori. Questo rapporto comporta una serie di scambi di beni e servizi da parte dei politici in cambio di un corrispettivo sostegno politico. L’élite acquisisce inoltre ulteriore legittimità da parte dei capi patriarcali delle sette religiose, legittimità che contribuisce a consolidare ulteriormente la sua supremazia.
Il Libano ha una vivace storia di attivismo femminile. Nel 1953, il Consiglio Libanese delle Donne, un’organizzazione della società civile, esercitò con successo pressioni per la concessione del diritto di voto alle donne, l’eliminazione della legge che costringeva le donne a rinunciare alla loro cittadinanza quando sposavano uomini stranieri e la cessazione delle restrizioni al diritto delle donne di viaggiare senza il consenso scritto dei loro padri o mariti. Queste vittorie non si sono tuttavia tradotte in una maggiore partecipazione femminile ai processi decisionali. Le donne non hanno fatto parte dei negoziati di pace che hanno posto fine alle ostilità, alla fine della guerra civile libanese, e da allora la loro partecipazione ai processi decisionali continua a essere limitata. Nonostante la crescente affluenza alle urne delle donne, solo il 5% dei parlamentari eletti nel 2018 sono di sesso femminile – la percentuale più alta rispetto alle precedenti elezioni.
Le crisi presentano spesso l’opportunità di trasformare le relazioni di genere esistenti e, per le donne, di sfidare i ruoli di genere restrittivi, assumendo posizioni di leadership.
Se da un lato i gruppi di attiviste sono riusciti a convincere i governi del dopoguerra a far prevalere i trattati internazionali rispetto alla legge libanese, dall’altro, però, i diritti delle donne sono stati ‘statalizzati’ e resi appannaggio dei vari organi statali, conducendo a quello che è stato chiamato ‘femminismo di stato‘, un femminismo cioè sancito dallo stato. Questi organismi statali, che spesso includono donne legate a partiti o personaggi politici, sono stati incaricati di portare avanti le priorità del governo nel campo della promozione dei diritti delle donne, ma lo fanno spesso a spese della pluralità delle voci femminili. A titolo d’esempio si può menzionare la formazione della Commissione Nazionale per le Donne Libanesi nel 1998, comitato affiliato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e con l’obiettivo di promuovere i diritti delle donne e di supervisionare l’attuazione della Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna e della Dichiarazione di Pechino. Di norma, la suddetta Commissione è guidata dalla moglie del Presidente o, come nel caso attuale, dalla figlia dello stesso.
La nomina politica di queste rappresentanti ha portato a una significativa riduzione dello spazio destinato ai vari gruppi di attiviste per i diritti delle donne e ha reso l’agenda DPS più suscettibile agli interessi politici. Tenendo dunque conto dei vincoli imposti dal sistema confessionale e neo-patriarcale, la maggior parte del lavoro svolto dalle organizzazioni della società civile a sostegno dei diritti delle donne consiste di fatto nel fornire consulenza legale e assistenza sanitaria alle donne vittime di violenza sessuale e di genere affinché venga assicurata loro una protezione sociale e legislativa. Sebbene questo lavoro sia vitale, non si può far a meno di notare che, fino ad oggi, si è posta meno attenzione sulla promozione di una maggior partecipazione delle donne nei processi di pace e nella prevenzione dei conflitti.
______
Donne manifestanti che formano una linea tra la polizia antisommossa e i manifestanti a Riad el Solh, Beirut. 18 novembre 2019
PROSPETTIVE PER UN PEACEBUILDING SENSIBILE ALLE ESIGENZE DI GENERE
L’uguaglianza di genere è considerata, oggi più che mai, un aspetto cruciale della pace e dello sviluppo. Per promuovere l’uguaglianza di genere e una pace che si fondi sull’inclusione è dunque necessario lavorare non solo con le donne e le ragazze, ma anche con gli uomini e i ragazzi affinché si verifichi una trasformazione durevole dei rapporti di potere diseguali tra i sessi. Nel contesto dell’impegno sui temi del peacebuilding e delle dinamiche di genere, International Alert applica al genere un approccio olistico, che esamina le identità di genere di donne e uomini alla luce dell’interazione con altri marcatori sociali come l’età, l’ubicazione urbana o rurale, l’etnia, l’orientamento sessuale, la religione e la disabilità.
In Libano, gli uomini hanno storicamente avuto un ruolo predominante nei conflitti così come nelle negoziazioni di pace in qualità di politici, uomini di fede, negoziatori e combattenti. Rimane, tuttavia, ancora scarsamente studiata la misura in cui tali ruoli manifestino un tipo di mascolinità patriarcale o persino violenta, così come il modo in cui tali ruoli si intersechino con altri marcatori sociali. Questa intersezione contribuisce ovviamente a plasmare le forme del conflitto e gli stessi processi di pace e, di conseguenza, il ruolo delle donne in entrambi i frangenti. Queste intersezioni identitarie sono rese ulteriormente più complicate da divisioni settarie e di classe, che rendono ancora più difficile una partecipazione significativa di donne di diversa provenienza alla vita politica. Al fine di aprire spazi adatti a tale partecipazione, è necessario confrontarsi direttamente con le fonti della disuguaglianza e dell’ingiustizia, con l’accesso ineguale alle risorse e al potere, con le pratiche socioculturali discriminatorie che si basano non solo sul genere, ma anche sull’ intersezionalità del genere con altri marcatori sociali. Questo approccio permetterebbe di comprendere con maggior chiarezza in che maniera trasformare le disuguaglianze di genere create e perpetuate dalle istituzioni patriarcali.
È importante sottolineare che le crisi presentano spesso l’opportunità di trasformare le relazioni di genere esistenti e, per le donne, di sfidare i ruoli di genere restrittivi, assumendo posizioni di leadership. In tempi di transizione verso la pace, le norme di genere che esistevano prima della crisi possono andare incontro a una drastica trasformazione grazie alla rottura delle pratiche sociali e delle politiche statali preesistenti ed al costituirsi di un nuovo contratto sociale con lo Stato e di nuove forme di diritto in generale.
In ottobre 2019, il Libano ha visto proprio una crisi di questo tipo: un movimento popolare di protesta che ha trasceso le divisioni geografiche, religiose e di classe. Questo movimento ha visto le donne assumere un ruolo significativo nel guidare le proteste e nel formare scudi umani per proteggere pacificamente i manifestanti di sesso maschile in caso di scontri con le forze di sicurezza. Il movimento ha anche messo in luce un rinnovato attivismo tra le donne e ha fornito nuove opportunità di discussione sulla disparità di accesso ai diritti e sulla partecipazione femminile alle questioni di pace e sicurezza. Affinché le donne possano effettivamente trarre vantaggio da una trasformazione politica in un contesto post-conflitto, dovrebbero però presentarsi tre fattori: un’interruzione delle norme di genere sistematicamente stabilite, un movimento attivo delle donne basato sulla società civile piuttosto che sull’affiliazione a partiti politici, e il sostegno internazionale.
È importante che il PAN del Libano affronti le fonti della disuguaglianza e dell’ingiustizia, radicate non solo nel genere, ma anche sull’ intersezionalità del genere con altri marcatori sociali come l’età, la religione e la provenienza
Secondo i dati raccolti da International Alert (che verranno resi noti in un report di prossima pubblicazione) e confermati da varie attiviste, le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nel far emergere le tensioni su alcuni temi e nel prendere decisioni all’interno dei gruppi di attivisti, anche se, con il dispiegarsi degli eventi, anche i processi all’interno dei gruppi in protesta si sono progressivamente ri-allineati con le preesistenti norme patriarcali.
L’attuale gabinetto di governo, formatosi dopo le proteste scoppiate il 17 ottobre 2019, ha visto la nomina di un maggior numero di donne alla carica di ministro, al di fuori delle affiliazioni ai partiti politici, e in ministeri storicamente considerati appannaggio maschile, come la difesa, la giustizia o coma la carica stessa di vice primo ministro. Anche se è importante non interpretare automaticamente un maggior numero di donne in ruoli di potere come un avanzamento dell’agenda DPS, questa dinamica rappresenta certamente una potenziale partecipazione più significativa delle donne, soprattutto nel caso in cui si prendano misure innovative per dedicare loro più spazio ed evitare un ritorno alle norme patriarcali. Tra questi passi c’è la creazione di uno spazio destinato ad iniziative comunitarie e il collegamento delle attività svolte a livello locale con quello nazionale.
L’approccio al peacebuilding di International Alert in Libano è quello di sostenere le iniziative condotte a livello locale da attiviste e gruppi di donne. International Alert sostiene, ad esempio, una rete di attiviste, giornalisti, leader religiosi e rappresentanti di partiti politici e comuni della Valle della Bekaa, che utilizzano il dialogo per promuovere la pace nella comunità e mediare le potenziali tensioni e il loro impatto sulle questioni di genere. Una delle priorità di questa rete è proprio la promozione della Risoluzione 1325 e del ruolo delle donne nella prevenzione dei conflitti: per questo il network ha organizzato un’iniziativa, la Women Towards Peace Initiative (“Donne verso la pace”), volta a sostenere il ruolo delle donne nel peacebuilding e nella mediazione dei conflitti tra le comunità libanesi ed quelle di rifugiati. Il network ha formato le donne di entrambe le comunità sull’analisi dei conflitti, sulla mappatura delle tensioni e sul coinvolgimento degli stakeholder, e ha tenuto conferenze e consultazioni con le organizzazioni della società civile e con le autorità sul tema della Risoluzione 1325 per capire come promuovere efficacemente l’impegno delle donne nel rafforzamento della stabilità sociale.
______
CONCLUSIONE: RIFLESSIONI SULL’AVANZAMENTO DELL’AGENDA DEL DPS IN LIBANO
Facendo tesoro delle esperienze di cui si è finora discusso, è importante che il PAN del Libano affronti le fonti di disuguaglianza e di ingiustizia radicate non solo nel genere, ma anche nell’intersezione del genere con altri marcatori sociali. Questo approccio contribuirà a garantire che la partecipazione delle donne nella prevenzione dei conflitti sia sensibile alla questione di genere e inclusiva, evitando così di replicare e rafforzare le strutture di potere patriarcali esistenti.
Gli sforzi nel campo del peacebuilding sono più efficaci quando sono in mano a attiviste per i diritti delle donne e alle stesse comunità locali. Pertanto, l’implementazione del PAN dovrebbe sostenere le reti di peacebuilding organizzate dalle donne a livello locale e aprire spazi di dialogo con le comunità locali, in particolare con quei gruppi costituitisi durante le proteste di ottobre, dando loro voce in capitolo nel dibattito nazionale sull’agenda DPS. In tale contesto è anche importante che le reti di donne e attiviste della società civile abbiano un ruolo considerevole nella supervisione delle strutture formali.
Per concludere, la ricerca mostra che i Paesi in cui le donne godono di una minore protezione hanno maggiori probabilità di entrare in conflitto rispetto ai Paesi in cui le donne godono di una maggiore uguaglianza e sono più partecipi nella vita politica. Pertanto, il PAN dovrebbe guardare al secondo pilastro della Risoluzione 1325, quello sulla protezione delle donne, non solo come ad un diritto umano fondamentale, ma anche considerandolo un catalizzatore di una pace duratura.
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento, utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.
Cookies
Privacy Overview
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento, utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
COMMUNICATIONS OFFICER
Nadia Paleari
Nadia Paleari è Communication Strategist e Sustainability Advisor con background in Relazioni Internazionali e Studi Europei e un Master in Public Diplomacy.
Collabora con organizzazioni e istituzioni per sviluppare policy e strategie volte a supportare la transizione sostenibile.
Grazie alla sua esperienza nel coinvolgimento degli stakeholder e dei giovani su temi legati allo sviluppo sostenibile, è stata nominata Ambasciatrice del Patto Europeo per il Clima dalla Commissione Europea.
In questo ruolo, promuove l’azione climatica e la sensibilizzazione verso la sostenibilità tra le nuove generazioni. Inoltre, è osservatrice riconosciuta dall’UNFCCC e partecipa attivamente ai negoziati internazionali sul clima, come le Conferenze delle Parti (COP).
Gianluca De Luigi
ADMINISTRATIVE AND FINANCIAL ADVISOR
Gianluca De Luigi
Gianluca ha più di 20 anni di esperienza nella cooperazione internazionale. Ha ricoperto ruoli di project manager e di rappresentante paese, concentrandosi principalmente sulla sicurezza alimentare, la prevenzione dei disastri e la risposta alle emergenze nelle aree di conflitto, soprattutto in Sud America, Medio Oriente ed Africa. Negli ultimi anni si è specializzato in gestione e amministrazione finanziaria, supportando diverse organizzazioni nello sviluppo ed organizzazione dei flussi di lavoro e delle procedure operative volte a migliorare l’efficienza e la trasparenza nell’allocazione delle risorse e nella gestione finanziaria.
Hodan Ahmed
SENIOR ADVISOR
Hodan Ahmed
Hodan ha oltre 15 anni di esperienza nel settore del peacebuilding, nel funzionamento della governance istituzionale, nell’ambito dei diritti di genere ed empowerment femminile in ambienti di conflitto, post-conflitto, ma anche di pace e stabilità. Hodan ha lavorato con numerose istituzioni di sviluppo nei paesi dell’Africa orientale e ha lavorato come consulente per la ricerca e la valutazione nella stessa area. Ha una vasta esperienza nella promozione di politiche di uguaglianza di genere, degli interessi e capacità delle donne, inoltre è impegnata nella costruzione di reti tra le leader di ogni livello, da quello base alle istituzioni politiche al fine di raggiungere i diritti delle donne e migliorare il loro coinvolgimento e la loro partecipazione significativa sia nei processi politici sia in quelli relativi alla costruzione della pace, specialmente in Africa orientale. Ha conseguito un Master in Sociologia e sviluppo comunitario presso l’Università di Agra (India).
Kuyang Harriet
SENIOR ADVISOR
Kuyang Harriet Logo Mulukwat
La Dott.ssa Kuyang Harriet Logo Mulukwat ha insegnato diritto internazionale, diritti umani, diritto delle donne e dei minori presso l’Università di Juba (Sud Sudan). Kuyang si occupa di governance democratica, accesso alla giustizia e questioni relative allo stato di diritto, con una vasta esperienza nella valutazione degli interventi delle Nazioni Unite. Prima dei suoi ruoli nell’università e come consulente, Kuyang ha lavorato presso il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) come analista dello stato di diritto, e specialista in accesso alla giustizia in Sudan, Sud Sudan e Timor Est. Kuyang ha pubblicato quattro capitoli di libri e vari articoli accademici sulla giustizia di transizione, diritto internazionale umanitario, diritto consuetudinario e questioni di genere. Kuyang è stata parte del Data and Displacement Project, Università di Warwick e del gruppo di lavoro di esperti Africa – Cina – Europa sulla promozione del dialogo e della cooperazione per prevenire la diversione di armi e munizioni in Africa. Attualmente è membro del Rift Valley Institute ed è una responsabile di genere per il Peacebuilding Opportunities Fund2.
Shadi Shahbaz
SENIOR ADVISOR
Shadi Shahbaz
Shadi è un’esperta di peacebuilding e di Futures & Foresight, è inoltre una ricercatrice e professionista con esperienza multidisciplinare decennale. Dopo aver maturato esperienza all’interno di ONG internazionali e reti giovanili, ha lavorato con le Nazioni Unite in Iran e New York. Ha fondato PeaceMentors, un’iniziativa di peacebuilding guidata da giovani donne in Iran. È stata caporedattrice del Journal of Youth, Peace and Security e coordinatrice regionale MENA di United Network of Young Peacebuilders. L’ambito di ricerca di Shadi si concentra sulla leadership intergenerazionale in materia di pace e sicurezza, e sul nesso tra le agende “Giovani, Pace e Sicurezza” e “Donne, Pace e Sicurezza”. Utilizza le tecniche di “foresight and futures thinking” ed esperienze immersive come metodologie innovative per condurre ricerche nel campo dello Sviluppo Internazionale.
Le sue precedenti posizioni l’hanno arricchita nel monitoraggio, nella valutazione, e nella gestione del ciclo di progetto. È una facilitatrice esperta, abile nella creazione di comunità e si occupa di ricerca qualitativa.
Shadi ha conseguito laurea triennale e magistrale in letteratura inglese con indirizzo di studi postcoloniali presso l’Università Allameh Tabataba’i, un master congiunto in Sviluppo internazionale con indirizzo di studi in Migrazione e Mediazione presso l’Università Ca Foscari di Venezia e l’Università Paul Valery Montpellier 3. Attualmente è ricercatrice associata presso l’Alfred Deakin Institute e dottoranda presso l’Università di Melbourne.
Shadi è Kroc IPJ Women PeaceMaker Fellow, UNAOC Young Peacebuilder Fellow e Ambasciatrice di pace della Commissione Europea One Young World. Parla cinque lingue e ha condotto ricerche con e sui giovani in Tunisia, Canada, Italia, Iran, Burundi, Uganda, RDC e Australia.
Bert Koenders IT
Bert Koenders è titolare della cattedra Kooijmans in Pace, Sicurezza e Giustizia presso l’Università di Leiden ed è presidente del Consiglio Consultivo Olandese per gli Affari Internazionali.
Koenders è stato ministro degli Affari Esteri dei Paesi Bassi dall’ottobre 2014 all’ottobre 2017. È stato membro della Camera dei Rappresentanti dal 1997 al 2007 ed è stato ministro per la cooperazione allo sviluppo dal 2007 al 2010. È stato sottosegretario generale delle Nazioni Unite ed è stato Rappresentante Speciale del Segretario Generale e a capo della Mission delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio (2011-2013), e Rappresentante Speciale e Capo della Missione di Stabilizzazione Integrata Multidimensionale delle Nazioni Unite in Mali (2013-2014).
Koenders è stato anche presidente dell’Assemblea Parlamentare della NATO ed è stato fondatore della rete parlamentare della Banca Mondiale/FMI. È stato Visiting Professor presso la Johns Hopkins University SAIS.
SOCIO
Mikhail Silvestro Sustersic
Mikhail Silvestro Sustersic, direttore di AP, è un esperto di peacebuilding con un background transdisciplinare e un approccio olistico alle complessità del nostro mondo. Con competenze in materia di pace e sicurezza, gestione dei conflitti, diritti umani, uguaglianza di genere e altro ancora, Mikhail si dedica alla promozione dell’inclusione, dell’uguaglianza e del dialogo. Ha conseguito una laurea magistrale in Filologia Moderna presso l’Università di Padova, seguita da un Master europeo in Diritti umani e Democratizzazione (E.Ma) presso l’EIUC e l’Università di Maastricht e da un Master in Diplomazia Culturale. Fortemente impegnato nella promozione della partecipazione dei giovani, delle donne, delle persone LGBTI+ e di ogni minoranza nelle questioni di pace e sicurezza, Mikhail è appassionato di prevenzione e contrasto dell’estremismo violento (P\CVE), giustizia di transizione e criminologia sovranazionale. Esperto di monitoraggio, valutazione e apprendimento (MEL), formatore, facilitatore e ricercatore, Mikhail ha contribuito con successo a progetti e valutazioni d’impatto per stimate organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, l’OSCE e l’ODIHR, il Consiglio d’Europa, e organizzazioni della società civile come Search for Common Ground, USIP, UNOY, Kofi Annan Foundation e GCERF. Ma la visione di Mikhail va oltre gli approcci convenzionali. Come LARP (Live-Action Roleplaying) ed experience designer con l’associazione Chaos League, crea scenari immersivi per la trasformazione personale e sociale, sfidando i partecipanti a pensare in modo diverso e ispirando un cambiamento profondo. Mikhail è anche profondamente interessato al future thinking e al foresight design, alla ricerca di soluzioni innovative per affrontare le sfide emergenti. L’impegno di Mikhail si estende al volontariato come soccorritore di emergenza presso la Croce Rossa Italiana.
Head of Research and Policy
Bernardo Venturi
Bernardo Venturi ha 20 anni d’esperienza su ricerca, formazione, progettazione e advocacy su peacebuilding, trasformazione dei conflitti, politica estera dell’UE e cooperazione internazionale. Bernardo non ha mai perso l’abitudine di contaminare analisi teoriche con il lavoro in aree di conflitto per portare esperienze pratiche alle prime e riflessioni nel secondo. Bernardo è anche Professore a Contratto all’Università di Bologna e Ricercatore Associato presso l’Istituto Affari Internazionali (IAI), oltre a insegnare presso vari corsi e master italiani e internazionali. Si è dottorato nel 2009 presso l’Università di Bologna, dove ha svolto anche attività di ricerca post-dottorato.
Bernardo ha svolto attività di consulenza per diverse organizzazioni internazionali e regionali, come: Commissione Europea, SEAE, Parlamento Europeo, OSCE, IGAD, MAECI e molte ONG internazionali e piattaforme della società civile.
Bernardo contribuisce spesso ai media italiani (Radio Tre, Il Sole 24 Ore, Repubblica, Avvenire, Quotidiano Nazionale, etc.) e internazionali (BBC Radio, Le Soleil, El Confidencial, etc.).
Periodi di studio e ricerca l’hanno portato alla Chulalongkorn University in Tailandia, alla Moldova State University, al Peace Research Institute di Oslo (PRIO), all’United States Institute of Peace (USIP) e alla Sussex University. Tra i suoi lavori passati, è stato Direttore del Centro Studi Difesa Civile (CSDC) lavorando anche come focal point e membro del Consiglio Direttivo dell’European Peacebuilding Liaison Office (EPLO). Bernardo ha contributo ad AP per sette anni come Direttore (Ott. 2015 – Giugno 2023).
Bernardo è Co-Fondatore di AP e Responsabile di Ricerca e Policy.
Presidente
Celina Del Felice
Celina ha più di vent’anni di esperienza nel peacebuilding, in particolare sul rafforzamento della partecipazione dei giovani e sull’educazione alla pace e alla cittadinanza globale. Ha esperienza come facilitatrice di processi e dialoghi, formatrice, ricercatrice, valutatrice e sviluppatrice di curriculum e materiali didattici. Ha lavorato per diversi enti locali, università, organizzazioni intergovernative e della società civile, principalmente con sede in Europa e America Latina. Celina è anche revisore delle proposte di sovvenzione per la Fondazione International Peace Research Association (IPRA) e membro del gruppo di esperti del Code of Good Practice dell’Irish Development Education Association. Celina ha un dottorato in relazioni internazionali (Radboud University Nijmegen, Paesi Bassi), un master in studi sulla pace e sui conflitti (European Peace University, Austria) e una laurea in scienze politiche (National University of Rosario, Argentina). Parla inglese, spagnolo, francese e portoghese. Celina ha contribuito ad AP per 5 anni (2018-2023) come Advisor su Giovani, Pace e Sicurezza.
Celina è Presidente di AP.
Responsabile per il monitoraggio,
la valutazione e l’apprendimento
Bernardo Monzani
Bernardo ha 20 anni d’esperienza nel settore della cooperazione allo sviluppo, dove lavora su temi della risoluzione dei conflitti, del peacebuilding, della governance e dell’appoggio ad attori della società civile in paesi fragili e in conflitto. Bernardo è anche un esperto di monitoraggio, valutazione e apprendimento, e si è specializzato nell’uso delle teorie del cambiamento (e approcci basati su queste teorie) per misurare l’efficacia e l’impatto di iniziative incentrate sull’advocacy e sul cambiamento sociale. Bernardo ha sviluppato, coordinato e guidato l’implementazione di incarichi complessi su cinque continenti. È anche un analista che segue e scrive regolarmente sulle dinamiche di pace e conflitto nel Medio Oriente e Nord Africa. Bernardo ha lavorato per diverse ONG internazionali—tra cui International Alert in Gran Bretagna, Search for Common Ground in Belgio e Marocco, e l’European Centre for Minority Issues (ECMI) in Georgia—e per le missioni di pace dell’ONU in Haiti e Liberia. Ha ottenuto la laurea in relazioni internazionali dall’Università di Tufts e un Master in Conflict Management dalla Johns Hopkins School for Advanced International Studies (SAIS), a Washington DC.
Bernardo è co-fondatore di AP e Responsabile per il monitoraggio, la valutazione e l’apprendimento.
ADVISOR COUNCIL
Donata Garrasi
Donata Garrasi è una scienziata politica con 25 anni di esperienza in ambito pace, sicurezza e conflitti.
Tra il 2018 e il 2021 ha ricoperto il ruolo di direttrice degli Affari politici delle Nazioni Unite nella regione dei Grandi Laghi, in Africa. In precedenza ha lavorato presso la Banca Mondiale, l’OCSE, il governo britannico e società di consulenza per le quali ha sviluppato e gestito con successo impegni multimilionari a sostegno della costruzione della pace, delle transizioni politiche e delle operazioni di stabilizzazione in Africa occidentale, centro-meridionale e orientale, in Medio Oriente, nell’Asia centrale e sud-orientale e a livello globale.
Garrasi ha collaborato a lungo con istituzioni finanziarie e società multinazionali su questioni relative alla gestione delle risorse naturali e agli investimenti in contesti ad alto rischio e di transizione, contribuendo a migliorare i processi di due diligence, a prevenire e affrontare i rischi operativi e finanziari associati al finanziamento del terrorismo e a contesti di governance precaria.
Garrasi ha sviluppato metodologie per l’analisi della pace e dei conflitti, attualmente utilizzate da importanti organizzazioni internazionali e regionali. Ha sviluppato e tenuto corsi di formazione sulla gestione delle crisi, sull’analisi dell’economia politica in situazioni di crisi, sulla prevenzione dei conflitti e sulla negoziazione per funzionari di alto livello dell’Unione europea, della Banca mondiale, del governo britannico, dell’ECOWAS e di partner del settore privato.
Mediatrice qualificata, Garrasi è stata direttamente coinvolta in negoziati in contesti di crisi nazionali e subnazionali.
Garrasi è di nazionalità italiana. Ha conseguito un master in Relazioni internazionali presso l’Università di Firenze, e ha completato programmi per dirigenti, tra cui la Yale School of Management e la Harvard Kennedy School. Parla inglese, francese e spagnolo.
ADVISOR COUNCIL
Mariachiara Giaccai
Mariachiara ha una laurea magistrale in Relazioni internazionali – curriculum Criminalità, giustizia e sicurezza presso l’Università di Bologna. È appassionata di trasformazione dei conflitti e di peacebuilding, il Medio Oriente è la sua principale area di interesse. Le piace seguire l’organizzazione e la pianificazione e ha diversi anni di esperienza come project manager in associazioni.
Ha svolto un primo tirocinio presso la Agency for Peacebuilding e ora collabora con AP, dove può approfondire i suoi interessi accademici per gli studi sulla pace e sui conflitti e le sue capacità di sviluppo di progetti.
Svolge attività di volontariato che includono educazione non formale con i bambini.
ADVISOR COUNCIL
Ivan Vejvoda
Ivan Vejvoda è Fellow e direttore del progetto Europe’s Futures presso l’Institute for Human Sciences di Vienna, Austria.
Dal 2010 al 2017 è stato vicepresidente senior del German Marshall Fund a Washington D.C. (GMFUS). Dal 2003 al 2010 è stato direttore esecutivo a Belgrado del Balkan Trust for Democracy, un progetto del GMFUS a sostegno delle iniziative democratiche e della società civile. Vejvoda è arrivato al GMF nel 2003 dopo aver prestato servizio nel governo serbo come consulente per la politica estera e l’integrazione europea del primo ministro Zoran Djindjić. Dal 1998 al 2002 è stato direttore esecutivo del Fondo per una società aperta con sede a Belgrado. A metà degli anni Novanta, Vejvoda ha ricoperto diversi incarichi accademici nel Regno Unito (Università del Sussex) e negli Stati Uniti (Macalester e Smith Colleges). Ivan Vejvoda ha partecipato al movimento di opposizione democratica in Jugoslavia negli anni Ottanta e Novanta. Politologo e teorico politico, ha pubblicato numerose scritti su: democrazia, totalitarismo, la Rivoluzione francese, politica europea comparata, e i Balcani.
È stato insignito dell’Ordine nazionale francese al merito con il grado di ufficiale (2006) e dell’Ordine italiano della Stella della Solidarietà con il grado di comandante (2007).
ADVISOR COUNCIL
Lamberto Zannier
L’Ambasciatore Lamberto Zannier è Esperto di alto livello presso l’Assemblea parlamentare dell’OSCE e ricopre questa posizione dal settembre 2020. È stato Alto Commissario dell’OSCE per le minoranze dal 2017 al 2020. In precedenza è stato Segretario generale dell’OSCE per due mandati triennali consecutivi, dal 2011 al 2017. Ha ricoperto altri incarichi di alto livello quali il Rappresentante speciale delle Nazioni Unite per il Kosovo e il capo della Missione di amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite in Kosovo (UNMIK) dal 2008 al 2011, con il grado di sottosegretario generale delle Nazioni Unite, il direttore del Centro per la prevenzione dei conflitti dell’OSCE (2002-2006), il presidente dei negoziati per l’adattamento del Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (1998-1999) e il responsabile del disarmo, del controllo degli armamenti e della sicurezza cooperativa della NATO (1991-1997). Tra il 2006 e il 2008 ha ricoperto il ruolo di Coordinatore per la PESC e la PESD (ora PSDC) presso il Ministero degli Affari Esteri italiano, occupandosi tra l’altro delle questioni di politica estera dell’UE e della partecipazione dell’Italia alle operazioni dell’UE, sia civili che militari.
Zannier è entrato nel Ministero degli Esteri italiano come diplomatico di carriera nel 1978 e ha prestato servizio anche ad Abu Dhabi, Vienna e L’Aia, specializzandosi principalmente in affari multilaterali e di sicurezza. Dal 1976 al 1977 ha lavorato presso l’Ufficio legale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) a Roma su questioni relative ai bacini fluviali internazionali e all’uso condiviso delle acque interne.
L’Amb. Zannier è autore di numerose pubblicazioni in materia di affari internazionali, prevenzione dei conflitti e gestione delle crisi. E’ visiting Professor all’Università di Trento; ex Direttore per la Diplomazia Euro-Mediterranea e gli Affari Interculturali dell’Istituto di Studi IFIMES; ex Presidente dell’Istituto per la Ricerca sul Negoziato dell’Università di Gorizia; e membro dell’Advisory Board dell’Agenzia Italiana per il Peacebuilding.
Ha conseguito un dottorato in Giurisprudenza, un diploma di perfezionamento in relazioni internazionali presso la Società Italiana per le Organizzazioni Internazionali di Roma e un dottorato honoris causa in Scienze Internazionali e Diplomatiche (2016) presso l’Università di Trieste, Italia.
ADVISOR COUNCIL
Tom Dewar
Tom Dewar è affiliato a Nurture Development come Senior Associate, oltre a essere un membro emerito della facoltà dell’Asset Based Community Development Institute. In precedenza è stato co-direttore della Tavola rotonda sul cambiamento comunitario dell’Aspen Institute. Attualmente vive a Bologna, dove ha insegnato sviluppo internazionale e comunitario presso la School for Advanced International Studies della Johns Hopkins University (2001-2007).
Dal 1998 al 2001 è stato Evaluation Director della Fondazione MacArthur a Chicago, la sua città natale. Continua a essere consulente senior della MacArthur a sostegno della Safety and Justice Initiative, un impegno decennale per cambiare riformare le carceri negli Stati Uniti. In precedenza è stato Senior Project Associate presso la Rainbow Research di Minneapolis (1991-1997). Prima di Rainbow, è stato a lungo membro docente e ricercatore dell’Humphrey Institute of Public Affairs dell’Università del Minnesota (1974-1990).
Nella sua carriera ha affrontato una serie di argomenti, tra cui le sfide principali dello sviluppo delle comunità, l’aiuto reciproco e delle reti informali nella costruzione delle comunità, l’organizzazione sociale ed economica dei quartieri, la disuguaglianza razziale e i pericoli di un’eccessiva dipendenza dai sistemi di erogazione dei servizi. Ha guidato numerose valutazioni che si sono concentrate su questi temi, oltre che sulla reintegrazione, le riforme dei sistemi di giustizia, la costruzione della pace e la mediazione dei conflitti, e l’agricoltura sostenibile.
ADVISOR COUNCIL
Debora Guidetti
Debora è Senior European Programme Manager di Ariadne (European Funders for Social Change and Human Rights), con sede a Bruxelles. Debora ha 15 anni di esperienza professionale e volontariato in fondazioni, ONG e organizzazioni internazionali. Prima di entrare in Ariadne, ha lavorato per alcuni anni come consulente indipendente. In precedenza, ha gestito per cinque anni il lavoro di anti-discriminazione dell’Open Society Initiative for Europe (OSIFE), concentrandosi sull’Europa occidentale. Dal 2008 al 2011 ha gestito il Programma europeo per l’integrazione e la migrazione (EPIM), un’iniziativa di finanziamento del NEF. In precedenza, ha lavorato per l’UNESCO a Cuba e in Messico e per Handicap International Belgio. Ha studiato relazioni internazionali, scienze politiche, cultura e sviluppo in Italia (Padova), Francia (Sciences-Po Paris) e Belgio (Università di Leuven).
ADVISOR COUNCIL
Claudio Pezzi
Claudio Pezzi è un avvocato, iscritto all’albo degli avvocati di Bologna, managing partner dello studio legale Pezzi & Associati con sede a Bologna, con una vasta esperienza nel diritto internazionale commerciale e nel diritto internazionale privato. Negli ultimi anni Claudio ha sviluppato una solida esperienza nel campo della proprietà intellettuale, in particolare nel campo del diritto d’autore, occupandosi di clienti internazionali nel settore della violazione del diritto d’autore digitale e delle licenze di fotografie, film, musica e video.
Nella sua attività professionale Claudio si è occupato di casi di diritti umani ed è membro del Comitato internazionale e dei diritti umani dell’Ordine degli Avvocati di Bologna.
Claudio ha conseguito un Master of Laws (LLM) in American Law and International Legal Practice presso la Loyola Law School di Los Angeles, negli Stati Uniti.
È membro del Comitato Internazionale dell’Ordine degli Avvocati di Bologna e fondatore e presidente di ILMA – International Law Meeting Association, un’associazione locale che promuove lo studio del diritto internazionale.
Come membro del Rotary International, negli ultimi 10 anni ha promosso, sponsorizzato, introdotto e ottenuto dalla Fondazione Rotary più di 15 borse di studio post-laurea nel campo della costruzione della pace.
SENIOR ADVISOR
Alessandro Totoro
Alessandro è uno specialista in peacebuilding con oltre 10 anni di esperienza. Ha lavorato con le Nazioni Unite e con diverse organizzazioni non governative di rilievo, come Search For Common Ground e International Alert, gestendo programmi complessi, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo. Le sue aree d’interesse includono la ricerca, la formazione e la facilitazione sull’analisi dei conflitti, sulla conflict sensitivity e sulle metodologie Do No Harm. Alessandro lavora per lo più su conflitti legati all’accesso a risorse e servizi, con un’attenzione particolare ai conflitti tra rifugiati e residenti e ai conflitti tra popolazioni nomadi e sedentarie in Africa Centrale e Occidentale. Alessandro ha una laurea in Scienze Politiche conseguita all’Università di Firenze, un Master in Diritti Umani e Gestione dei Conflitti della Scuola Sant’Anna di Pisa e un Diploma in Metodi di Ricerca dell’Università di Bradford, nel Regno Unito.
Socia
Huma Saeed
Ricercatrice senior affiliato presso l’Istituto di criminologia di Leuven (KU Leuven) e consulente indipendente di ricerca con organizzazioni nazionali e internazionali per i diritti umani e lo sviluppo, tra cui la Commissione indipendente per i diritti umani afghana, GIZ, ECHO (Commissione europea), Alert International e altre istituzioni. La sua area di ricerca sono i diritti umani (con particolare attenzione ai diritti delle donne e ai diritti abitativi, fondiari e di proprietà) e la giustizia di transizione con un ampio lavoro sul campo in Afghanistan. In precedenza ha lavorato con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) a Kabul e con organizzazioni per i diritti umani e per i diritti delle donne in Afghanistan, Pakistan e a livello internazionale. Ha un dottorato di ricerca in criminologia (KU Leuven), un master in diritti umani (LSE) e una laurea in scienze politiche (UMBC). Ha ricevuto numerosi premi accademici, tra cui la borsa di studio della Jack Kent Cooke Foundation, e ha pubblicato vari articoli in riviste scientifiche internazionali.
SENIOR ADVISOR
Anthony Sarota
Anthony è un ricercatore e praticante nel campo delle scienze sociali con più di 10 anni di esperienza su temi di sicurezza, terrorismo, estremismo violento e radicalizzazione, peacebuilding e governance. Anthony ha condotto, come consulente, attività di ricerca, monitoraggio e valutazione nel contesto di vari progetti in Africa orientale e centrale, e in precedenza è anche stato ufficiale di polizia per il governo della Tanzania. Anthony ha un’ampia esperienza di lavoro a livello locale, nazionale e regioanle, dove ha sviluppato e condotto complessi progetti di ricerca. Un esperto di sicurezza ed economia politica di paesi dell’Africa orientale, ha conseguito la laurea in scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università di Dar-es-Salaam, e il master e il certificato post-laurea in sicurezza strategica presso la George Washington University. Attualmente sta completando un certificato post-laurea in Criminal e Intelligence Analysis presso la American Military University.
Anthony è Senior Advisor di AP per la ricerca, il monitoraggio e la valutazione.
SENIOR ADVISOR
Ylenia Rocchini
Ylenia ha oltre 10 anni di esperienza in ricerca, gestione di progetto e monitoraggio e valutazione, in particolare, sui temi della migrazione, della protezione internazionale e dell’educazione alla cittadinanza globale. Ha lavorato per istituzioni accademiche e organizzazioni internazionali in Europa, Nord Africa, Africa occidentale, Medio Oriente, Balcani e Sud-est asiatico. In qualità di consulente, ha svolto incarichi, soprattutto nel settore monitoraggio e valutazione, per diversi attori della cooperazione allo sviluppo. È stata postdoctoral research associate all’interno del Progetto Borderlands ospitato presso il Centro di Studi Avanzati Robert Schuman dell’Istituto Universitario Europeo. Ylenia ha un dottorato in Diritto Comparato conseguito alla Scuola Superiore Sant’Anna, una laurea specialistica in Relazioni Internazionali dell’Università di Firenze e una laurea triennale in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Genova.
SENIOR ADVISOR
Hashim Pondeza
Hashim Pondeza ha oltre 10 anni di esperienza lavorativa negli aspetti sociali, economici e politici della Tanzania, con una lunga esperienza professionale a Zanzibar. È uno dei fondatori dell’organizzazione no-profit per la difesa dei giovani denominata Center for Youth Dialogue (CYD). Hashim ha lavorato anche come coordinatore di Zanzibar per un progetto UNDP ed è stato consulente per il progetto CVE dell’UNODC in Africa orientale. Hashim ha conseguito un master in Pubblica Amministrazione presso la Bowling Green State University (BGSU) in Ohio, USA.
ASSOCIATE
Stefano Marinelli
Stefano ha un dottorato in diritto internazionale presso la Middlesex University di Londra. Ricerca e insegna sul ruolo dei tribunali internazionali nella risoluzione dei conflitti e sulla relazione tra giustizia internazionale e sicurezza e pace. Ha esperienza nel campo dei diritti umani e della trasformazione dei conflitti nel settore delle ONG, per cui ha lavorato in Medio Oriente, Caucaso del Sud, Balcani, Nord Africa e Sudan. Collabora nella gestione di fondi europei per istituzioni pubbliche. Avvocato presso il collegio di Madrid e consulente per studi legali, Stefano ha vissuto e lavorato in Italia, Svizzera, Inghilterra e Spagna. Ha un master in relazioni internazionali all’Università di Firenze, un LLM alla Geneva Academy of International Humanitarian Law and Human Rights, un MPhil alla Middlesex University. Ha co-fondato e coordina An International Law Blog, una piattaforma per promuovere conversazioni su temi legati al diritto internazionale, transnazionale ed europeo tra avvocati e accademici.
SENIOR ADVISOR
Caterina Francesca Guidi
Economista ed esperta in migrazione e sanità pubblica: i suoi interessi di ricerca si concentrano principalmente sull’impatto della mobilità e della migrazione sui sistemi sanitari e assistenziali europei. Si occupa inoltre di organizzazione dei sistemi di accoglienza e integrazione dei migranti in Europa. Attualmente lavora come ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena come membro del Laboratorio delle Diseguaglianze.
Per sette anni ha lavorato presso il Robert Schuman Center for Advanced Studies (RSCAS) dell’Istituto Universitario Europeo (EUI) come Research Fellow e Project Coordinator. Ha anche raccolto esperienze lavorative con organizzazioni internazionali, altri centri di ricerca e ONG sull’analisi delle politiche in Belgio, Canada, Bosnia ed Erzegovina, Italia, Paesi Bassi, Serbia e Spagna. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Economia presso l’Università degli Studi di Siena (Italia), la Laurea di secondo livello in Economia dello Sviluppo presso l’Università degli Studi di Firenze (Italia) e la Laurea di primo livello in Giurisprudenza ed Economia presso l’Università di Bologna (Italia). Collabora attivamente con diverse riviste; relatrice e docente ospite in diverse conferenze internazionali e università.
SOCIA
Valentina Bartolucci
Valentina è ricercatore aggregato presso il Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace (Pisa), Professore a contratto presso l’Università di Pisa e Invited Professor all’Università di Dapuhine a Parigi. Si è aggiudicata una borsa di studio Fondazione Veronesi per l’anno 2015-2016. Valentina ha inoltre una posizione come Visiting Fellowship presso l’Università di Derby (UK) e mantiene una stretta connessione con la Scuola di Studi Sociali e Internazionali dell’Università di Bradford (UK). Ha ricevuto una Fulbright Research Scholar (anno 2013-14) presso l’Arizona State University. Valentina offre regolarmente consulenze su questioni legate al terrorismo, alla criminalità organizzata, la migrazione, politica estera per varie organizzazioni nazionali e internazionali e dipartimenti governativi. I suoi interessi principali vertono sulla politica estera e di sicurezza, sul peacebuilding, su terrorismo e contro-terrorismo e sulla comunicazione strategica.
SENIOR ADVISOR
Emiliano Alessandri
Emiliano Alessandri è Senior Advisor di AP in Partnership internazionali. Con una significativa esperienza nel ciclo dei conflitti in regioni chiave, dal Medio e Nord Africa (MENA) all’Europa orientale e sudorientale, l’intera carriera di Emiliano si è concentrata sulla gestione dei conflitti e sulla risoluzione dei conflitti, operando per oltre 15 anni ai massimi livelli nel campo della ricerca e della politica nel settore della sicurezza internazionale. Non-resident scholar presso il Middle East Institute di Washington e senior transatlantic fellow non residente presso il German Marshall Fund. È anche funzionario senior per le regioni del Mediterraneo e MENA dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).